ANTEREM RIVISTA DI RICERCA LETTERARIA
collaborazione con la BibliotecaCivica di Verona
Con il patrocinio della Regione Veneto, della Provincia di Verona, degli Assessorati alla Cultura del Comune e della Prima Circoscrizione di Verona
Il Premio è dedicato a Lorenzo Montano (Verona 1895 – Glion-sur-Montreux 1958), poeta, narratore, critico; tra i fondatori di una delle più importanti riviste del primo Novecento, “La Ronda”
Autori selezionati
della 33^ edizione (2019):
Prosa inedita, Poesia inedita
Opera edita, Raccolta inedita
Prosa inedita
Lettera a una gentile signorina
Riconoscimento di merito
NICOLA LO BIANCO
Prosa poetica
LETTERA A UNA GENTILE SIGNORINA
Gentile signorina,
la ringrazio per quello che lei sta facendo per me.
Le sue parole sono buone, io le leggo e mi ammansisco.
Io sono colpevole,
io dico mea culpa.
Se esco di qui, me le ricorderò le sue parole,
anzi, me le metto dentro il portafogli, come un santino.
Ma non dobbiamo incontrarci
io non la voglio vedere.
Lei è buona? Buona come le sue parole?
Non lo voglio sapere, scusi,
è una domanda, mia personale.
Io dico mea culpa.
Le è mai capitato di voler fracassare il cranio
di chi le è seduto davanti?
Io non sono cattivo
sono violento.
Leggo libri antichi, libri moderni
libri di ieri e di oggi,
ma non cambia niente.
Lo sa, ho letto Stendhal,
Stendhal dice:
-dove manca la bellezza, lì è in agguato il delitto-.
Ci sto pensando,
io non sono ignorante
sono violento.
E’ il démone che si è impossessato della mia vita
il sordo mugugno delle nostre scintillanti città,
l’impulso sempre all’erta, e mai un segnale tutt’attorno
che dica –no, aspetta-.
Mi sono barricato in me stesso, chiuso nel mio rancore
che mi fa sentire forte e vivo.
Mea culpa.
Se mi capita di manifestare affetto o protezione o tenerezza,
lo faccio con le piante, con gli animali,
perché sono creature vittime innocenti.
Negli uomini invece avverto come un punto di tradimento.
Per me non è il prossimo, ma il lontano, l’estraneo, il sospetto,
al quale nulla mi accomuna, se non la vicinanza fisica,
episodica sgradevole.
Sono immerso in un flusso di volgare brutalità che deforma
il mio profilo umano e tutto ciò che maneggio.
Gentile signorina,
io le domando:
siamo veramente uomini liberi?
padroni del nostro corpo, dei nostri sentimenti, dei nostri pensieri?
Io lo so,
ma non cambia niente.
E’ una illusione, una libertà falsa, crudele,
che nasconde la più vera prigionia:non possediamo, siamo posseduti:
dagli oggetti o dal lavoro
dallo sport o dal divertimento
dal gruppo o dal sesso
dalla musica o dalle corna del diavolo.
Io lo so, ma non cambia niente.
Mea culpa.
Io non sono stupido, sono violento.
Sa lei, signorina, che mi piacerebbe per quando esco di galera?
che facciamo una settimana di silenzio,
che spegniamo tutti i motori, i massmedia, lo shopping, i giorni festivi,
l’insopportabile diffusa gazzarra;
che ci mettiamo a braccetto, passeggiamo
bisbigliando una qualche preghiera
così quella che ci viene dal cuore
la prego, signorina, prima che sia troppo tardi
per me.
NICOLA LO BIANCO
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