Due balene: una bianca e una nera
Racconto di Nat Scammacca
Mi ricordo un autunno meraviglioso, quando la natura ti fa pensare alla solitudine e all’inverno già in agguato, quando le nuvole galleggiano gonfie verso il sud e sono orlate di oro, colore caldo che presto finirà, quando gli alberi danno asilo soltanto agli uccelli ritardatari. Avevo 12 anni e al tramonto stavo lì sul marciapiede aspettando che una ragazza bionda, vicina di casa, uscisse. Aveva tre anni meno di me, era perciò una vera bambinetta, ma questo non mi preoccupava affatto. Le nostre case erano attaccate l’una all’altra e ogni sera, prima di andare a letto, bussavo sul muro tre volte e puntualmente arrivava la risposta.
Alice Baker, la piccola di una famiglia ungherese, divideva la stanza con la sorella Wilma, più grande di lei. Alice era bionda, con una carnagione rosea che la faceva parere una bambola che camminava; Wilma, invece, aveva capelli neri, carnagione scura ed era della mia stessa età. Mi bastava che quella bambolina di Alice rispondesse al mio saluto serale ed ero felice. Non dissi mai una parola ad Alice, non ne sentivo il bisogno. Mi bastava soltanto guardarla. Nessuno, eccetto Alice, sospettò mai che io fossi innamorato.
Un giorno ricevetti un biglietto di Wilma; essa mi invitava ad un appuntamento in cantina. Aveva creduto che i miei saluti serali fossero rivolti a lei e a mano a mano, si era innamorata di me. Andai in cantina non sospettando
niente di tutto questo e, senza che io me lo aspettassi, Wilma mi bacio.
«Ma sei impazzita?» le gridai nel buio.
«Perché non vuoi che ti bacio?» fece Wilma con la voce piena di lacrime.
«Io non amo te. Amo tua sorella».
La ragazza a queste mie dure parole fece una corsa verso la scala e scomparve.
Passò qualche giorno e ricevetti un altro biglietto, questa volta fu Alice a scriverlo, ma sono sicuro le era stato dettato da quella strega di Wilma. Il biglietto scritto con una calligrafia alquanto stentata e con diversi errori diceva; «Caro Nat, io sono troppo giovane per te. Mia sorella Wilma ha la tua stessa età e ti ama. Spiacente, Alice».
La cosa puzzava di tranello — non c’è mai da fidarsi delle donne che specialmente offese, diventano pericolose — ed io non mi diedi per vinto.
Tanto feci e tanto dissi che per il mio compleanno le due sorelle Baker furono invitate a casa mia. Riuscii, facendo il gioco dei pegni, a baciare per ben tre volte Alice e mentre le sue guance rosee si facevano di fuoco, Wilma impallidiva sempre più.
Incontrai le due sorelle circa quindici anni dopo; erano diventate due vascelli, due grandi barche: una bianca e una nera
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